L’evento che celebriamo oggi rappresenta un momento di grande rilevanza per il mondo della giustizia sportiva. La Sezione Consultiva, prevista dall’articolo 56, comma 3, del Codice di Giustizia Sportiva, è stata ufficialmente composta e vede tra i suoi membri figure di spicco che contribuiranno con la loro esperienza e competenza.
In particolare, siamo onorati di annunciare che il Vice Presidente vicario della Sezione Consultiva sarà Cesare San Mauro, una figura di grande prestigio e autorevolezza. La sua nomina rappresenta un riconoscimento del suo impegno e della sua dedizione al mondo sportivo e alla giustizia.
Desideriamo esprimere un sincero ringraziamento al Presidente del CONI, Giovanni Malagò, per il suo costante supporto e la sua visione lungimirante che hanno reso possibile questo importante traguardo.
Un ringraziamento speciale va inoltre all’Avvocato Generale dello Stato e Presidente del Collegio di Garanzia dello Sport, Gabriella Palmieri Sandulli. La sua leadership e la sua profonda conoscenza giuridica sono stati fondamentali per la costituzione e l’operatività della Sezione Consultiva. Grazie al suo impegno, possiamo guardare con fiducia al futuro della giustizia sportiva, certi di poter contare su un sistema sempre più efficace e trasparente.
Questo evento segna l’inizio di una nuova fase, caratterizzata da un rinnovato impegno per la tutela dei valori sportivi e la promozione della giustizia nel mondo dello sport.
Dodici bambini sono stati tragicamente uccisi mentre giocavano a calcio in un’area a maggioranza drusa, un evento che ha scosso profondamente la comunità locale e ha sollevato interrogativi sulla responsabilità di Hezbollah e sulla reazione di Israele. Il governo libanese ha dichiarato alla BBC che l’attacco non era premeditato, mentre la strage ha complicato ulteriormente i negoziati per una tregua a Gaza, in corso a Roma. La violenza, che ha colpito innocenti, segna un punto critico in un conflitto già teso e complesso.
A dieci mesi dall’inizio della devastante guerra nella Striscia di Gaza, centinaia di persone hanno partecipato ai funerali dei dodici ragazzi, uccisi mentre giocavano a calcio nel villaggio di Majdal Shams, situato nelle alture siriane del Golan. La comunità drusa, composta da uomini e donne in abiti tradizionali e copricapi bianchi a forma di cono tarbūsh, si è unita nel dolore per la perdita dei propri figli. La reazione di Israele è stata immediata e violenta, con il primo ministro Benjamin Netanyahu che ha interrotto il suo viaggio negli Stati Uniti per partecipare a una riunione d’emergenza del gabinetto di sicurezza.Israele e gli Stati Uniti hanno puntato il dito contro Hezbollah, accusandolo di essere responsabile dell’attacco, ma Teheran ha prontamente negato ogni coinvolgimento. Il portavoce del ministero degli esteri iraniano, Nasser Kanani, ha avvertito che la tragedia non dovrebbe servire da pretesto per una rappresaglia israeliana. La tragedia ha avuto luogo in un contesto di tensione crescente, con Israele che ha identificato un razzo di fabbricazione iraniana come l’arma utilizzata nell’attacco.
Il governo libanese ha espresso scetticismo riguardo all’intenzionalità dell’attacco, suggerendo che potrebbe essere stato causato da un errore, e ha chiesto un’indagine internazionale per chiarire le circostanze. La morte dei dodici bambini ha sollevato interrogativi sulle motivazioni dietro l’attacco e ha lasciato la comunità drusa in uno stato di confusione e dolore.
Mentre il governo israeliano ha visitato i leader locali per esprimere le proprie condoglianze, il ministro della difesa Yoav Gallant ha dichiarato che Hezbollah, sostenuto dall’Iran, dovrà affrontare le conseguenze di questa tragedia. Il ministro degli esteri Eli Cohen ha minacciato azioni significative contro il Libano, esprimendo indignazione per l’attacco ai bambini. La tragedia ha anche avuto ripercussioni sui negoziati in corso a Roma, con esperti che esprimono pessimismo riguardo alla loro riuscita, complicati dalle tensioni in corso.
I Drusi: chi sono?
L’etnia drusa, le cui radici risalgono all’XI secolo, è una comunità unica che parla arabo ma non si identifica come musulmana. I Drusi, che prendono il nome dall’egiziano al-Darazi, fondatore di una dottrina ismailita sciita, seguono un credo che si discosta dai cinque pilastri dell’Islam, adottando invece sette precetti fondamentali. La loro fede è caratterizzata da influenze di induismo, cristianesimo, cultura greca classica e altre credenze esoteriche.
Circa un milione di Drusi vive in Siria, Libano, Israele e Giordania, mantenendo una comunità religiosa chiusa e guidata da pochi saggi. Hikmat al-Hijri, leader spirituale dei Drusi in Siria, ha recentemente esortato la comunità internazionale a garantire giustizia per le vittime della recente tragedia.
La comunità drusa è nota per la sua lealtà verso il governo locale, ma la recente violenza ha sollevato interrogativi sulla loro posizione e sicurezza. La richiesta di giustizia per i bambini uccisi è un richiamo alla pace e alla comprensione tra le diverse comunità, sottolineando l’importanza di un futuro in cui ebrei e arabi possano vivere in armonia, lontani dalla violenza e dalla sofferenza. La vita di ogni bambino, indipendentemente dalla loro etnia o religione, merita di essere celebrata e protetta.
Jannik Sinner, il talento altoatesino che ha conquistato il mondo del tennis, è molto più di un semplice numero uno del ranking ATP. La sua ascesa è stata meteorica, ma ciò che lo distingue davvero dai suoi colleghi è la combinazione unica di talento innato, umiltà e dedizione al lavoro.
Il suo rovescio a una mano, un colpo che sembra uscito da un’altra epoca, è diventato il suo marchio di fabbrica. Un colpo che, unito a una straordinaria capacità di lettura del gioco e a un fisico sempre più potente, gli ha permesso di dominare su ogni superficie.
Ricordiamo tutti la sua storica vittoria al Roland Garros 2024, un trionfo che lo ha consacrato come uno dei più grandi tennisti italiani di sempre. Un successo che avrebbe potuto montargli alla testa, ma che invece lo ha spinto a lavorare ancora più duramente.
Sinner è un esempio per tutti i giovani atleti. La sua storia è quella di un ragazzo che, grazie al talento, alla passione e a un impegno costante, è riuscito a realizzare i suoi sogni. Ma è anche la storia di un uomo che non ha mai dimenticato le sue origini e che continua a essere un punto di riferimento per la sua comunità.
La sua umiltà è contagiosa. Nonostante i milioni di dollari guadagnati e la fama mondiale, Sinner è rimasto la stessa persona semplice e genuina di sempre. Un campione che non si lascia abbagliare dalle luci della ribalta e che continua a inseguire nuovi traguardi con la stessa determinazione di sempre.
Molto più di un tennista: un modello di comportamento, un esempio di come si possa raggiungere il successo senza mai perdere di vista i propri valori. Ci insegna che con il talento, la passione e l’umiltà si possono conquistare grandi traguardi.
Kamala Harris, l’attuale vicepresidente degli Stati Uniti, si sta affermando come una delle figure politiche più rilevanti del nostro tempo, con la concreta possibilità di diventare la prima donna a ricoprire la carica di presidente. Figlia di immigrati, Harris ha un curriculum impressionante, avendo servito come senatrice della California e procuratrice generale. Dopo il ritiro di Joe Biden, ha lanciato la sua campagna presidenziale, sostenuta dal marchio nazionale già consolidato e dall’appoggio del presidente in carica.
Un elemento cruciale ma meno noto della vita di Kamala Harris è il suo matrimonio con Douglas Emhoff, un avvocato di successo specializzato in diritto commerciale e proprietà intellettuale che ha fatto storia come primo “Secondo Gentiluomo” degli Stati Uniti. Oltre alla sua brillante carriera, Emhoff è conosciuto per il suo attivismo e il sostegno a cause sociali, in particolare nella lotta contro l’antisemitismo.
Douglas Emhoff ha assunto un ruolo di primo piano come rappresentante della comunità ebraica alla Casa Bianca. Ha organizzato eventi simbolici come un Seder virtuale e ha visitato scuole per sensibilizzare sui temi ebraici. Inoltre, ha partecipato a incontri con leader ebraici per discutere strategie contro l’antisemitismo, promuovendo l’idea di una task force ufficiale per affrontare questo problema.
La combinazione tra la leadership di Kamala Harris e il supporto di Douglas Emhoff rende la sua candidatura particolarmente forte. Harris ha già conquistato un’ampia base di sostenitori grazie alle sue posizioni progressiste su diritti civili, giustizia sociale e salute pubblica. Ha saputo affrontare attacchi politici e personali con eleganza e risolutezza, trasformando spesso le critiche in opportunità per rafforzare il suo messaggio.
Riconosciuta come una leader innovativa, propone soluzioni audaci per le sfide attuali, in sintonia con le aspettative di molti elettori che desiderano un cambiamento rispetto al passato. Inoltre, il matrimonio con Emhoff arricchisce la sua narrazione politica con un’immagine di stabilità e sostegno reciproco, valori che attraggono molti elettori.
Con un background solido e politiche progressiste, Kamala Harris rappresenta una sfida per Donald Trump. La sua capacità di consolidare una base di sostenitori e affrontare con successo le critiche, insieme al sostegno e all’attivismo di Emhoff, conferisce alla sua candidatura una credibilità e un fascino particolari.
Donald Trump, candidato repubblicano alle prossime elezioni presidenziali, è stato vittima di un attentato durante un comizio a Butler, in Pennsylvania, il 14 luglio 2024. Mentre Trump stava tenendo il suo discorso, un uomo identificato come Thomas Matthew Crooks, 20enne residente a Bethel Park, Pennsylvania, ha aperto il fuoco dalla copertura di un tetto a circa 100 metri di distanza.
L’ex presidente è stato colpito a un orecchio ma è rimasto cosciente. Trump si è riparato dietro al podio mentre gli agenti del Secret Service sono saliti sul palco per proteggerlo. Dopo alcuni momenti concitati, Trump è stato scortato via dal palco, mostrando il pugno chiuso e gridando “Fight! Fight!”
Secondo le autorità, l’attentatore è stato ucciso dagli agenti del Secret Service. Inoltre, una persona tra il pubblico è morta e almeno un’altra è rimasta ferita. Trump è stato portato in ospedale ma è stato dichiarato fuori pericolo.
Il Presidente Joe Biden, informato dell’accaduto mentre si trovava in Delaware, ha condannato l’attacco affermando che “non c’è posto per questo tipo di violenza in America”. Messaggi di solidarietà e sostegno sono arrivati da politici di entrambi gli schieramenti, inclusi gli ex presidenti Obama, Bush e Clinton, oltre che da leader stranieri.
L’attentato arriva nel pieno della campagna elettorale e potrebbe cambiare gli scenari politici e l’esito del voto di novembre. Il comitato di vigilanza della Camera ha convocato il direttore del Secret Service per un’audizione il 22 luglio, mentre gli americani chiedono risposte sul tentativo di assassinio di Trump.
Nell’era digitale, caratterizzata da un flusso ininterrotto di informazioni a portata di click, si è sviluppato un fenomeno insidioso che desta crescente preoccupazione: il doomscrolling. Termine nato dalla crasi delle parole inglesi “doom” (destino avverso, rovina) e “scrolling” (scorrimento), descrive la tendenza compulsiva a cercare e consumare ossessivamente notizie negative online.
Le radici del fenomeno:
L’emergenza sanitaria da COVID-19 ha amplificato il problema, alimentando l’incertezza e la paura. L’isolamento sociale e la perenne connessione al web hanno creato un terreno fertile per il doomscrolling, dove la ricerca spasmodica di informazioni, spesso negative, diventa un meccanismo di coping per fronteggiare l’ansia e il senso di impotenza, sprofondando in un vortice di pessimismo.
Le conseguenze psicologiche:
Le conseguenze di questa abitudine malsana sulla salute mentale sono evidenti e preoccupanti:
- Aumento dello stress e dell’ansia: L’esposizione continua a notizie negative innesca la produzione di cortisolo, l’ormone dello stress, alimentando un circolo vizioso di ansia e preoccupazione.
- Esacerbazione dei disturbi d’ansia: Per chi soffre già di ansia o depressione, il doomscrolling può amplificare i sintomi e ostacolare il percorso di cura.
- Distorsione della realtà: L’enfasi eccessiva su notizie negative può portare a una visione distorta del mondo, facendo percepire la realtà come più pericolosa di quanto non sia in realtà.
- Dipendenza: Il doomscrolling attiva il sistema di ricompensa del cervello, rilasciando dopamina, creando una dipendenza dal comportamento di ricerca.
Strategie per contrastare il doomscrolling:
Uscire dal tunnel del doomscrolling richiede consapevolezza, impegno e l’adozione di strategie mirate:
- Monitoraggio dell’utilizzo dei social media: Prendere coscienza di quanto tempo si dedica ai social media e al consumo di notizie, identificando le fonti che generano maggior ansia.
- Limitazione dell’esposizione alle notizie: Stabilire orari specifici per informarsi, evitando di controllare le notizie con frequenza ossessiva.
- Selezione di fonti di notizie positive: Cercare e seguire fonti giornalistiche che si concentrano su storie costruttive e positive, privilegiando il “solutions journalism”.
- Coltivazione di altri interessi: Dedicare tempo ad attività piacevoli e non legate al consumo di notizie, come hobby, sport o socializzazione.
- Pratica di tecniche di rilassamento: Tecniche come la mindfulness, la meditazione e lo yoga possono aiutare a ridurre lo stress e l’ansia.
Oltre ai consigli sopracitati:
- Disattivazione delle notifiche: Disattivare le notifiche delle app di notizie e social media per evitare il bombardamento costante di aggiornamenti negativi.
- Eliminazione delle fonti negative: Smettere di seguire pagine social e testate giornalistiche che diffondono prevalentemente notizie cupe.
- Utilizzo di estensioni del browser: Esistono estensioni che permettono di limitare il tempo trascorso sui siti web di notizie.
- Confidarsi con un professionista: Parlare con un amico, un familiare o uno psicologo può aiutare a gestire le emozioni negative e trovare strategie di coping efficaci.
Il ruolo dei media nella lotta al doomscrolling:
E’ fondamentale sottolineare la responsabilità dei media nel contrastare il fenomeno del doomscrolling. La scelta di titoli sensazionalistici, la pubblicazione di notizie frammentarie e la mancanza di approfondimento possono alimentare l’ansia e la disinformazione. Un giornalismo più responsabile, che dedichi spazio a storie costruttive e soluzioni concrete, può contribuire a creare un clima informativo più sano e positivo.
In conclusione:
Il doomscrolling è un problema reale e preoccupante che impatta sulla salute mentale di molte persone. Riconoscerlo, comprenderne le cause e adottare strategie per contrastarlo è fondamentale per il nostro benessere psicofisico. Con consapevolezza, impegno e il supporto di una rete di relazioni positive, possiamo uscire dal vortice delle notizie negative e costruire un’informazione più equilibrata e costruttiva.